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MEDITAZIONE XII

Dolor meus in conspectu meo semper (Ps. XXXVII, 18).

Considera come tutte le pene e l'ignominie che Gesù patì nella sua vita e morte, tutte gli furono presenti sin dal primo momento della sua vita: Dolor meus in conspectu meo semper; e tutte egli sin da bambino cominciò ad offerirle in soddisfazione de' nostri peccati, cominciando sin d'allora a farla da Redentore. Rivelò egli ad un suo servo (Psalter. B. Alani, p. 2, c. 12) che dal principio di sua vita sino alla morte sempre patì e patì tanto per ogni peccato de' nostri, che se avesse avuto tante vite, quanti sono gli uomini, tante volte sarebbe morto di dolore, se Dio non gli avesse conservata la vita per più patire. _ Oh qual martirio ebbe sempre l'amante Cuore di Gesù nel vedere tutti i peccati degli uomini! Ad quamlibet culpam singularem habuit aspectum (S. Bern. Senen., t. II, serm. 56). A Gesù Cristo sin da che stava nell'utero di Maria se gli fece davanti ogni particolare peccato ed ogni peccato immensamente l'afflisse. Dice S. Tommaso (p. III, q. 46, a. 6, ad 4) che questo dolore di Gesù Cristo, in conoscer egli l'ingiuria del Padre e il danno che dal peccato dovea poi provenire all'anime da lui amate, superò il dolore di tutti i peccatori contriti, anche di coloro che sono morti di puro dolore; sì, perché niun peccatore ha mai amato Dio e l'anima sua, quanto Gesù amava il Padre e l'anime nostre. Ond'è che quell'agonia che 'l Redentore patì nell'orto alla vista di tutte le nostre colpe che si aveva addossato a soddisfare, la patì sin nell'utero della Madre. Pauper sum ego, et in laboribus a iuventute mea (Ps. LXXXVII, [16]). Così per bocca di Davide predisse di sé il nostro Salvatore, che tutta la sua vita dovea essere un continuo patire. Da ciò deduce S. Giovan Grisostomo che noi non dobbiamo d'altro affliggerci che del solo peccato; e che siccome Gesù per li peccati nostri fu afflitto in tutta la sua vita, cosi noi che gli abbiamo commessi dobbiamo averne un continuo dolore, ricordandoci d'aver offeso un Dio che ci ha tanto amati. Santa Margherita da Cortona non cessava mai di piangere le sue colpe; un giorno le disse il confessore: Margherita, non più, basta, il Signore già t'ha perdonata. Come? rispose la santa, come possono bastarmi le lagrime sparse e il dolore di que' peccati, da' quali Gesù Cristo mio fu afflitto in tutta la sua vita?