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MEDITAZIONE VI

Creavit Dominus novum super terram (Ier. XXXI, 22).

Prima della venuta del Messia, il mondo stette sepolto in una notte tenebrosa d'ignoranza e di peccati. Nel mondo appena era conosciuto il vero Dio in un solo angolo della terra, cioè nella sola Giudea: Notus in Iudaea Deus (Ps. LXXV, 2). Ma per tutto il resto si adoravano per dei i demoni, le bestie e le pietre. Vi era per tutto la notte del peccato, il quale acceca l'anime e le riempie di vizi e le priva della vista del miserabile loro stato in cui vivono, nemiche di Dio, condannate all'inferno. Posuisti tenebras et facta est nox; in ipsa pertransibunt omnes bestiae silvae (Ps. CIII, 20). Da queste tenebre venne Gesù a liberare il mondo: Habitantibus in regione umbrae mortis, lux orta est eis (Is. [IX, 2]). Lo liberò dall'idolatria con dar luce del vero Dio; e lo liberò dal peccato colla luce della sua dottrina e de' suoi divini esempi: In hoc apparuit Filius Dei, ut dissolvat opera diaboli (I Io. III, 8). -Predisse il profeta Geremia che Dio dovea creare il Redentore degli uomini: Creavit Dominus novum super terram (XXXI, 22). Questo bambino nuovo fu Gesù Cristo. Egli è il Figlio di Dio che innamora il paradiso, ed è l'amore del Padre il quale così ne parla: Hic est Filius meus dilectus, in quo mihi bene complacui (Matth. XVII, 5). E questo Figlio e quello che si è fatto uomo. Bambino nuovo, mentr'egli ha data più gloria ed onore a Dio nel primo momento ch'è stato creato, che non gli han data né sarannoper dargli tutti gli angeli e santi insieme per tutta l'eternità. Che perciò nella nascita di Gesù cantarono gli angeli: Gloria in excelsis Deo. Ha renduto più gloria a Dio Gesù bambino, che non gli tolsero tutti i peccati degli uomini. Facciamo animo dunque noi poveri peccatori, offeriamo all'Eterno Padre questo bambino, presentiamogli le lagrime, l'ubbidienza, l'umiltà, la morte ed i meriti di Gesù Cristo, e ricompenseremo a Dio tutto il disonore che gli abbiam fatto colle nostre offese.