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MEDITAZIONE VII

Deus Filium suum mittens in similitudinem carnis peccati, et de peccato damnavit peccatum in carne (Rom. VIII, 3).

Considera lo stato umile a cui volle abbassarsi il Figlio di Dio; non solo volle prendere la forma di servo, ma anche forma di servo peccatore, in similitudinem carnis peccati. Onde scrisse S. Bernardo: Non solum formam servi accipiens ut subesset, sed etiam mali servi ut vapularet. Non solo volle assumere la condizione di servo per soggettarsi agli altri chi era il signore di tutti; ma ancora la sembianza di servo delinquente per esser castigato qual malfattore chi era il santo de' santi. A tal fine volle vestirsi di quella stessa carne di Adamo ch'era stata infettata dal peccato. E sebbene egli non contrasse la macchia del peccato, nulladimeno si addossò tutte le miserie che la natura umana avea contratte in pena del peccato. Il nostro Redentore per ottenere a noi la salute si offerì volontariamente al Padre a soddisfare per tutte le nostre colpe: Oblatus est quia ipse voluit (Is. LIII, 7). E 'l Padre lo caricò di tutte le nostre scelleraggini: Posuit... in eo iniquitatem omnium nostrum (Ibid. 6). Ed ecco il Verbo divino, innocente, purissimo, santo, eccolo sin da bambino carico di tutte le bestemmie, di tutte le laidezze, di tutti i sacrilegi e di tutti i delitti degli uomini; fatto per amor nostro l'oggetto delle divine maledizioni, per ragion de' peccati per cui s'era egli obbligato a pagare la divina giustizia. Sicché tante furono le maledizioni che si addossò Gesù Cristo, quanti sono stati e saranno i peccati mortali di tutti gli uomini. E tale egli si presentò al Padre, venuto che fu al mondo, sin dal principio del suo vivere; si presentò qual reo e debitore di tutti i nostri misfatti, e come tale fu dal Padre condannato a morir giustiziato e maledetto su d'una croce: Et de peccato damnavit peccatum in carne. - se l'Eterno Padre fosse stato capace di dolore, qual pena mai provata avrebbe in vedersi costretto a trattare da reo, e da reo il più malvagio del mondo, quel Figlio innocente, il suo diletto ch'era ben degno di tutto il suo amore! Ecce homo, disse Pilato quando lo dimostrò a' Giudei flagellato per muoverli a compassione di quell'innocente così maltrattato. Ecce homo, par che l'Eterno Padre dica a tutti noi dimostrandocelo nella stalla di Betlemme. Questo povero bambino, dice, che voi vedete, o uomini, posto in una mangiatoia di bestie e steso sulla paglia, sappiate che questo è il mio Figlio diletto ch'è venuto a prendersi sopra di sé i vostri peccati e le vostre pene; amatelo dunque, perché troppo è degno del vostro amore e troppo v'ha obbligati ad amarlo.